Disturbi Musicali
La discalculia è il deficit di riconoscimento e comparazione di quantità, caratterizzata dalla difficoltà a distinguere maggiore da minore.
La disgrafia riflette un disordine delle componenti esecutivo – motorie, che prescinde dalle variabili linguistiche come il lessico o l’ortografia. Si traduce in una scrittura disordinata, di difficile comprensione. Associata ad un disturbo di tipo visuo – spaziale o della motricità fine, non alla dislessia.
La disortografia coinvolge la confusione tra fonemi o grafemi simili, portando a errori come scambiare “f” con “v” o “t” con “d”.
La dislessia è il disturbo dell’apprendimento della lettura, scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Disturbo complesso biologico, genetico di comunicazione delle reti cerebrali, neuropsicologico, di comportamento.
Discalculia, disgrafia, disortografia e dislessia. Disturbi musicali poiché mancano della capacità di attribuzione di significato, e concatenazione di suoni (fonemi, lettere, parole, cifre, numeri…).
Dove manca la coordinazione manca la musica.
In tutti questi casi, non vi sono danni organici, ma un sistema nervoso centrale non funzionalmente integrato.
Sono disturbi della coordinazione del processo del linguaggio, che implica una complessa elaborazione di stimoli e produzione di contenuti.
L’orecchio trasduce lo stimolo meccanico in elettrico,
l’olfatto trasduce lo stimolo chimico in elettrico,
la corteccia frontale elabora gli stimoli, integra le informazioni,
le aree motorie e prefrontali sono deputate alla programmazione e ideazione del movimento per la scrittura, lettura, elaborazione di calcoli…
il cervelletto ottimizza il controllo per la “preazione”, calibrando la performance motorie e articolari del parlare e del leggere.
Come e perché curiamo i disturbi musicali con i campi elettromagnetici e la musica?
La nostra proposta per i disturbi musicali implica l’interazione di musica simmetrica e campi elettromagnetici pulsati a bassa intensità e frequenza.
La musica è un campo elettromagnetico dove ogni nota musicale ha una specifica frequenza: Do (32.70 Hz), Re (36.71 Hz), Mi (41.20 Hz), Fa (43.65 Hz), Sol (49 Hz), La (55 Hz), Si (61.73 Hz), Do (65.40 Hz). Il cervello si attiva in modo specifico se esposto a stimoli musicali.
L’ascolto di musica permette l’attivazione sincronica dei due emisferi cerebrali, attivati in modo asimmetrico nei dislessici, i quali tendono a privilegiare l’orecchio sinistro, collegato all’emisfero destro, centro delle emozioni e della sensibilità. I dislessici sentono, ma “ascoltano” poco.
L’impiego di campi elettromagnetici facilita la connettività neuronale, ridotta nei quadri di dislessia; e permette al liquido contenuto all’interno della coclea (nell’orecchio interno) di vibrare nell’intero specchio delle frequenze dell’udibile, da 16 Hz a 20.000 Hz.
La nostra conoscenza riguardo all’influenza “fisica” sui sistemi biologici si fonda sulla Biofisica dell’ acqua: Musica – Acqua – DNA.
Musica per tornare a leggere, scrivere.
Energia per la Vita.