Con il prefisso intensivo ri, la ricerca rimanda al latino circum (attorno) e al tardo latino circare (andare intorno). Ricerca è circoscrivere un ambito sul quale concentrare la propria attenzione sistematica. Fino a trovare ciò che prima non era visibile, evidente o spiegabile. Orientata allo sviluppo della società e a migliorare la vita di tutti, è anche una esigenza interiore. “Gli dei non hanno certo svelato ogni cosa ai mortali fin dal principio, ma ricercando, gli uomini trovano a poco a poco il meglio” (Senofane).
Farmaci e terapie sono il risultato di ricerca, lunga faticosa e poco conosciuta. Dopo rigida separazione tra ricerca di base e ricerca applicata. Le speranze di sviluppo legate alla ricerca dipendono sempre più dalla <<ricerca di frontiera>>, trans e interdisciplinare che, indipendentemente dal fatto che riguardi discipline scientifiche o umanistiche, è ritenuta <<ricerca scientifica>> in forza del rigore nel metodo, della sistematicità nello studio e della ripetibilità dei procedimenti.
La ricerca deve riguardare chiunque abbia voglia di spingersi oltre, liberarsi dalla autoreferenzialità e coltivare sogni. Per sé e per la realtà nelle quali è inserito. Il ricercatore è un sognatore. Vede ciò che ancora non c’è e investe energie perché possa esistere. Con passione e competenza. In ogni ambito. Non escluso quello che riguarda la strada da percorrere e la propria realizzazione umana. È la ricerca della verità di sé. Richiede altrettanto rigore, passione e dedizione. Come tale non ha limiti e procede per passi successivi, lenti e generalmente sorprendenti. Lo sguardo interiore che accompagna presenta i caratteri di un processo destabilizzante che porta alla indeterminatezza e alla messa in discussione. Momento in cui è importante avere accanto un compagno di viaggio capace di prestarti occhi e cuore sapienti. (Da Nunzio Galantino, Il Sole 24 Ore, 26/1/2020)