Natale 2015. L’Anno della Luce.
In uno dei suoi raggi è il destino dell’Umanità, quel raggio lo possiamo incontrare, condividere, spargere .Ne siamo parte , riempie i nostri sensi, lo vediamo, odiamo, ascoltiamo, tocchiamo, pensiamo.
Le particelle di Luce sono note scritte, il raggio è una sonata che, una volta creata, dura per sempre, anche nel silenzio, in un ritmo determinato da un numero che lo scandisce, in armonia con il Tutto .
La sua bellezza è frutto della creazione.
I fisici, a Ginevra, cercano di capire i segreti primitivi della materia, smontandola – come fanno i bambini con i giocattoli – attraverso gli scontri tra protoni; tredici miliardi di anni di vita alla ricerca della supersimmetria.
I biologi, in Giappone, restituiscono memorie perdute, illuminando i neuroni con impulsi luminosi.
Percezioni sottili, etica “naturale”, poesia, amore nella fugacità della Luce, che nel suo istante, nel solo apparente effimero momento, apre uno spazio all’immaginario.
Chi vuol comprendere i poeti, deve recarsi nella terra dei poeti.
La sofferenza è nel mondo, ma non è il mondo.
Nel momento in cui lo scienziato incontra e scopre le leggi dell’Universo ne riconosce, o almeno intuisce, la presenza di una saggezza che la trascende. Il Cielo ci ricorda che in ogni momento, dentro ciascuno di noi, qualcosa si sottrae alla storia, accordando il ritmo della nostra Vita al ritmo insondabile dell’Universo.
“ Intesi il silenzio del Cielo, le parole degli Uomini non le ho mai capite” (Holderlin)
E’ Natale.
Auguri